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La viabilità nell'ager volceianus e la via Rhegio-Capuam

 

Attraverso il valico dello Scorzo, nel territorio di Sicignano degli Alburni, e le nares lucanae, la via consolare Annia entrava nel territorio volceiano.

 Oltrepassato il valico, scendeva fino a poco oltre la stazione di Galdo, lungo un percorso corrispondente all’attuale strada statale, dove il tracciato si conserva in un sentiero in parte parallelo alla nazionale, e attraversa poi il fiume Tanagro con il ponte, ancora ben conservato, in località Difesa.

Da qui la strada sale dolcemente verso taverna della Cerreta, dove si staccavano il diverticolo per Potenza, che sale verso il valico di Pietra Stretta, e il diverticolo per Volcei.
La via consolare invece proseguiva il suo percorso verso l’attuale località Mattina del comune di Auletta.

 

Attraversata la località S. Barbara, la strada scende verso Massavetere nei comuni di Caggiano e Pertosa, caratterizzata dalla presenza di notevoli resti di monumenti funerari e di edifici tra cui spicca l’iscrizione funeraria bilingue, in latino e greco, di un medico, L. Manneio, databile alla tarda età repubblicana.

 

Aggirando il vallone del Cangito, la strada si dirige verso Polla. Costeggia poi il monumento funerario fatto costruire da Insteia Polla per il marito C. Utiano Rufo, attraversa il villaggio di S. Pietro e, alle spalle della Taverna del passo, attraversa l’area della masseria Panza dove ne è stato rimesso in luce un tratto che ha restituito, negli strati sottostanti il piano stradale, frammenti ceramici a vernice nera databili al III sec. a.C.

La zona di Masseria Panza si caratterizza come un’area quadrangolare definita da percorsi viari e strutture murarie in cui è stato possibile proporre di riconoscere il forum, citato dall’Elogio. Da qui la strada, seguendo un andamento pedemontano, si addentra nel Vallo di Diano, l’antico Campus Atinas, verso Cosilinum e Nerulos fino a Rhegium. É evidente la rilevanza, dal punto di vista militare e di penetrazione nel territorio, di questo asse viario che consentiva collegamenti veloci via terra. E proprio alla rilevanza della strada dal punto di vista strategico - militare sembra richiamarsi l’elogio di Polla quando, dopo avere elencato le principali stazioni e le distanze dal sito in cui era posta l’iscrizione, narra di come il costruttore, pretore in Sicilia, abbia catturato schiavi ribelli restituendoli ai legittimi proprietari.

 

La costruzione della via consolare fu comunque un atto fondamentale nell’organizzazione del territorio, tanto più che nell’ager volceiano e nel Vallo di Diano essa divenne l’asse di una divisione agraria che, grazie al rinvenimento di termini graccani a Sicignano degli Alburni, Auletta, Atena Lucana e Sala Consilina, può essere inquadrata nell’ambito delle assegnazioni agrarie graccane.