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La cultura del Gaudo

Le ricerche sino ad oggi condotte inducono a pensare che la cultura del Gaudo sia derivata dalle migrazioni di popoli anatolici.

 

Il Gaudo è un sito prossimo alla foce del Sele, molto vicino a Paestum.

 

A differenza della cultura di Piano Conte, la popolazione di Gaudo praticava la lavorazione dei metalli come è testimoniato dalle armi, in particolare i pugnali di rame, elemento tipico della loro cultura.

 

L’indagine archeologica ha portato alla luce ben 34 tombe e sostruzioni e reperti probabilmente riferibili ad un’area sacra. Le tombe, tipiche della cultura del Gaudo, sono “a forno”, scavate nella pietra, e sono costituite da una o più camere con sepolture talora singole e talora collettive. Tutto ciò ha indotto gli archeologi e gli storici a formulare diverse ipotesi, ma allo stato attuale nessuna sembra definitiva. Peraltro nelle tombe di Gaudo sono stati trovati numerosi scheletri, ricchi corredi funebri con vasellame e poche frecce con punta di rame.

 

La tesi che accanto alle tombe si trovasse un tempio o un’area sacra è suffragata dal rinvenimento di una vasca destinata a ricevere il sangue di vittime sacrificate agli dei. La cultura del Gaudo si diffuse dapprima in Campania, a Volcei, Eboli, Pontecagnano e Piano di Sorrento, per espandersi poi in Lucania ed in Calabria.