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La tomba con lastre dipinte

La lekythos firmata da Assteas
 lekythos

La tomba, costruita in grandi blocchi squadrati di calcarenite, una roccia porosa e friabile, ha una copertura costituita da una serie di lastroni paralleli appoggiati alla parte superiore della camera sepolcrale.

 

L’ingresso, un'apertura ricavata sul lato nord e chiusa da due blocchi di pietra infissi verticalmente, immette in una lunga rampa. Alle pareti permangono deboli tracce di decorazione figurata, sovrapposta ad uno strato preparatorio che ha livellato la superficie interna dei blocchi. Su di una delle lastre del frontone si distinguono le pitture di una melagrana e di una benda, mentre sulle lastre laterali sono leggibili soltanto le ripartizioni in più registri decorativi.

 

L’inumato, di sesso maschile, era deposto su di un letto funebre ed il corredo, già depredato nell’antichità, doveva essere di gran pregio. Tra gli oggetti superstiti è stata rinvenuta una lekythos, vaso dal corpo allungato, collo stretto, un solo manico ed ampio orlo svasato, firmata da Assteas, famoso ceramografo che operava a Paestum.

 

Cratere con il mito di Issione

 

Del corredo facevano parte anche un cratere col mito di Issione attribuibile al pittore apulo detto “della nascita di Dioniso” ed alcuni vasi a figure rosse.

Frammento di un vaso di Assteas rinvenuto nell'area dell'antica Volcei e raffigurante il ratto del Palladio