Eracle

Anfora raffigurante Eracle, con il leonté e la clava, mentre porta Cerbero da Euristeo, 530-525 a.C.

Figlio del dio Zeus e di Alcmena, moglie del re tebano Anfitrione, Eracle - Ercole per i romani - è il più famoso e celebrato degli eroi greci.

In quanto simbolo dell'infedeltà di Zeus, Era tentò di ucciderlo poco dopo la sua nascita, mandandogli due grossi serpenti nella culla, ma il neonato li strangolò.

Da ragazzo Eracle uccise un leone con la sola forza delle mani; in seguito vinse gli abitanti di Orcomeno, città che riscuoteva tributi da Tebe: come ricompensa, gli venne concessa la mano della principessa tebana Megara, dalla quale ebbe tre figli.

Era, ancora implacabile nel suo odio verso Eracle, gli causò un attacco di pazzia durante il quale uccise moglie e figli. Per l'orrore e il rimorso di ciò che aveva fatto, Eracle avrebbe voluto togliersi la vita, ma l'oracolo di Delfi gli disse che si sarebbe purificato diventando il servitore di Euristeo, re di Micene, il quale, indotto da Era, gli impose come espiazione il compimento delle dodici difficili e pericolose imprese.